CURARE  LA  PROPRIA  ANIMA

     « MEDITAZIONE  E  PSICOLOGIA »

di Jacques VIGNE

Versione originale « Soigner son âme – Méditation et Psychologie » (Albin MICHEL)

Probabilmente, questa versione tradotta uscirà in Italia a cura della MC Editrice di Milano

INTRODUZIONE

LA DIMENSIONE  MEDITATIVA

                                                              « Un Saggio, se desidera l’immortalità,

                                                              volta lo sguardo verso sé stesso. »

Il silenzio è sia la base che la meta della meditazione, nonché lo spazio dove l’anima si dispiega. E`da lui che proviene ogni vera parola, che tratti della meditazione o dell’anima. M’inchino davanti a questo silenzio.

Ma che cos’è l’anima ? Se amo questa parola forse è perché è sottile, difficile da descrivere e altrettanto difficile da circoscrivere. Una definizione libera dell’anima potrebbe essere : « Questa parte dell’essere umano che non si può definire ». La nozione d’anima contiene una certa freschezza : ha avuto la fortuna di venir respinta a priori dagli psicologi che si  volevano scientifici, e non è mai stata veramente accerchiata, imprigionata, dalle definizioni metafisiche che i teologi hanno tentato di darle. Eppure, un senso dell’anima è indispensabile ad una vera salute psichica e spirituale.

Possiamo tuttavia ricordare certe distinzioni che permetteranno di conoscere meglio i diversi livelli nei quali si potrebbe localizzare l’anima. C’è, inanzitutto, la distinzione anima/spiritus o psukhê/nous della tradizione cristiana, in cui l’anima rappresenta la base corporea e affettiva della persona, in opposizione a una mente responsabile delle intuizioni superiori. Questa distinzione potrebbe corrispondere schematicamente alla differenza tra manas e buddhi nel pensiero indiano. D’altra parte, c’è la distinzione tra anima e animus di Jung, l’anima rappresentando in questo caso la femminilità interiorizzata dell’uomo. È con questa accezione che ne parla Thomas Moore, influenzato lui stesso da James Hillman nel suo libro. Vi sviluppa una filosofia della vita che conferisce più senso, più profondità al nostro quotidiano. Pero si preoccupa assai poco della meditazione che costituisce il filo direttore della presente opera.

Un ultimo significato della parola « anima » può essere l’Atman degli Upanishad, e cioè l’Assoluto. A questo punto, l’espressione « curare la propria anima » perde il suo significato, poiché l’Assoluto si cura da sè, o lui può curare noi se abbiamo l’intelligenza di lasciarlo agire.

Queste definizioni dell’anima possono condurre a due definizioni molto diverse della parola « psicologia ». Se con « anima » s’intende l’Assoluto e con « logos »,il discorso, questo discorso sull’anima che si presume sia la psicolgia, è quasi un impossibilità, visto che l’Assoluto sta al di là di ogni discorso. Se invece si dà ad « anima » il suo significato originale e a « logos » quello di « significato », appunto, la psicologia, cioè il fatto di dare un significato all’anima, sarà possibile. Per di più avrà, naturalmente, un’orientazione spirituale.Tuttavia, la vera meditazione mira al di là dell’anima e del discorso ; in questo senso, il sotto titolo di questo libro avrebbe potuto essere : « Meditazione e metapsicologia ».

Vediamo adesso i diversi significati possibili della parola « meditazione ». Il verbo latino meditatari è un deponente, come un modo intermediario tra l’attivo e il passivo : trovo giusta la scelta per questo tipo d’interiorizzazione che corrisponde ad un’attività nella ricettività. Meditazione e medicazione hanno la stessa radice : studieremo, in modo particolare, questo accostamento, nel capitolo sull’attenzione.

Il mentale è un pendolo che oscilla indefinitamente in uno spazio a tre dimensioni : la paura, la collera e il desiderio. La meditazione porta una quarta dimensione che non è il tempo e che potremmo chiamare semplicemente la « dimensione meditativa ».

Il termine « meditare » potrebbe definirsi in una sola frase : « Fermare il mentale affinché il Divino, o il Sé, possa rivelarsi ». Se si preferisce una definizione più psicologica, si potrebbe parlare di « una famiglia di tecniche che hanno in comune la pratica di un’attenzione stabile, non discorsiva e non analitica ».

Il senso dell’interiorizzazione rende felice

Oggi giorno si fa sentire in Occidente un bisogno forte di una psicologia spirituale che non sia basata né su una dogmatica né sul patologico. La psicologia abituale mira ad una regolazione del mentale e ad una integrazione del Io, la meditazione ad un arresto totale del mentale e ad una trascendenza del Io. Questa distinzione ci accompagnerà lungo tutto il presente libro, sotto forme diverse. Ciò non significa che le limitazioni della psiche di un individuo dato, escludano lo spirituale, altrimenti, chi potrebbe più camminare su una via d’interiorità ? Diceva Ma Anandamayi : « Soffrire di una limitazione è una manifestazione dell’illimitato ».

Lukoff ha raccolto un numero significativo di studi che evidenziano il fatto che lo sviluppo del senso religioso contribuisce al benessere psicologico in genere e all’equilibrio nella vita di coppia e di famiglia in particolare. È stata fatta un’ indagine a campione nella quale si chiedeva alla gente : « Quante volte            avete avuto il sentimento di essere molto vicino ad una forza spirituale potente   che sembrava vi sollevasse al di là di voi stessi ? 40% di queste persone hanno risposto : « Almeno una volta », 20% : « Diverse volte » e 5% : « Spesso ». La cosa interessante, sottolinea D. Goleman, l’autore di questo studio, è che praticamente nessuno ha osato parlarne con un religioso o un terapeuta, convinti che erano di non essere capiti. Per Maslow, quelli che non hanno mai avuto qualche « esperienza delle cime », qualche esperienza, cioè, così forte quanto inaspettata, sono una minoranza. Si può sospettare in queste persone, una repressione di tali episodi dovuta ad un a priori ideologico, a una formazione puramente tecnica, o a una paura ossessiva delle delle zone sconosciute del mondo interiore.

L’interesse che suscita l’esperienza spirituale sotto le sue forme più diverse, non è un movimento orchestrato da qualche autorità centrale popolare. Negli Stati Uniti, il 25% dei best-sellers tratta di un argomento in rapporto con la spiritualità. La psichiatria si sente nell’obbligo, in un certo senso, di seguire il movimento. Dopo aver, per molto tempo, considerato la religione come il grande nemico – probabimente perchè si erigeva in grande concorrente in grado di fornire una spiegazione « autorizzata » dello spirito – ha integrato nella sua recente classifica (sotto la rubrica Z del DSM IV ) i problemi psicologici legati a  una crisi religiosa o spirituale e senza disturbo mentale associato, nonché, come diagnosi differenziale, i problemi religiosi o spirituali che non danno luogo a nessun  tipo di di