Coscienza

Dalla Fisiologia alla Non-Dualità

Del Dr. Jacques Vigne

Medico, psichiatra, Parigi, India

Quarant’ anni di ricerche sul cervello e la coscienza

            Possiamo dire che lo sviluppo degli studi sul cervello e la coscienza, risale agli anni sessanta. Prima di questo, ci fu naturalmente qualque pioniere, però all’epoca una serie di studi uscirono che avevano spesso ricorso a degli EEG (elettroencefalogramma). Prima, le esperienze erano condotte su dei praticanti della Meditazione Trascendentale con la loro tecnica del mantra.

            All’inizio il punto essenziale dei risultati fu lo spostamento dell’attività dall’emisfero sinistro all’emisfero destro, dal lato sinistro concettuale e verbale al lato destro intuitivo e generatore d’immagini. Però questo non rappresentava realmente il segno di una meditazione profonda. Era semplicemente la traccia del passaggio dal brulichio verbale interiore alla fantasticheria e al sogno ad occhi aperti. Poi un’esperienza molto semplice consisteva nel chiedere a delle persone di spingere un bottone quando sentivano che erano in uno stato di meditazione profonda. I segni dei diversi scatti figuravano sull’ EEG e si notava un alto livello di sincronismo tra le onde elettriche dell’emisfero destro e dell’emisfero sinistro, come nelle zone frontale ed occipitale.

            Ciò è stato confermato da recenti studi pubblicati nel novembre del 2004 (duemilaquattro) nei rapporti della ‘National Academy of Sciences’ negli Stati Uniti. E’stato molto letto dal pubblico su Internet. Quegli studi coinvolgevano otto praticanti del monastero Sheshen, a Kathmandu. Avevano tra diecimila e cinquantamila ore di pratica meditativa, svoltasi su un periodo da dieci a quarant’anni. Il gruppo di riferimento era composto da studenti del Wisconsin di circa ventidue anni. Praticavano la meditazione ma da debuttanti. Si era al corrente del fatto che la frequenza gamma di alta amplitudine (ventiquattro-quarantadue hertz), quando si sincronizza tutt’attorno al cuoio capelluto, è in relazione con una grande attenzione e una forte capacità di allenamento. Infatti i meditanti sperimentati erano in grado di produrre molte più onde gamma sincrone dei componenti del gruppo di riferimento durante i periodi meditativi in cui venivano registrati sui EEG. La cosa interessante è che, dopo la seduta di meditazione, il fatto si prolungava molto di più per loro che per il gruppo di studenti. Altra cosa ancora più interessante : la ‘base-line’ dell’attività EEG dei praticanti di lunga data, era già più densa in queste attività gamma sincrone, i.e. e le conservavano di continuo nella loro vita di ogni giorno. E c’era  un rapporto positivo tra la loro importanza  e la durata dell’allenamento meditativo. I meditanti sperimentati che avevano cinquantamila ore di allenamento avevano molte più onde gamma ad alta frequenza, di quelli che ne avevano solo diecimila. L’interesse di questo studio sta anche nel fatto che va al di là delle abituali pratiche meditative studiate, pratiche di concentrazione su un oggetto determinato, e.g. mantra o respiro, e che induce ad approfondire una meditazione senza oggetto, la famosa pratica buddista della ‘metta’, fatta di amore e di compassione per tutto l’universo, in un modo ‘non referenziale’.

            Il dialogo tra il Dalai Lama e i neurologi si prosegue da almeno vent’anni, ma si sta attualmente intensificando. Durante l’estate 2005 (duemilacinque), il Dalai Lama è stato invitato in diversi laboratori famosi, specialmente in Svizzera, ed è stato ospite d’onore, nell’autunno successivo, in una conferenza sulla neurologia che aveva fatto confluire trentamila persone a Washington DC.

            La gente parla di tre libri di David Hawkings : Power vs Force (Il Potere contro la Forza), The Eye of the I (L’Occhio dell’Io) e Subjectivity and Reality (Soggettività e Realtà). Devo confessare che  non li ho letti. Ne ho letto solo una presentazione. La cosa strana è che l’autore si serve di un test di ‘cinesiologia’ per investigare sulla ‘verità’ dei suoi propri scritti e che si concede generosamente un punteggio di novecento novantanove virgola otto su mille (999,8 / 1000) per il suo ultimo libro. Prima di tutto, la cinesiologia, anche se va di moda in certi ambienti,  viene molto criticata dalla comunità scientifica che la giudica un metodo irrazionale, una specie di pendolo moderno. E poi, questa persona dichiara pure con voce tonante, che il suo libro è l’esatta verità – come detto nella presentazione – e che è un bodhisattva moderno. Sintomatologia che fa supporre seri problemi ‘egotici’ da parte dell’autore. E ciò non mi dà per niente voglia di tuffarmi nella lettura di quei libri…

La mente mistica vista da D’Aquili e Newberg

Parliamo brevemente della ricerca di d’Aquili e Newberg nel loro libro The mystical mind (‘La mente mistica’ – Fortress Press 1999 (mille novecento novantanove), www.ausburgfortress.org . Per riassumere in poche parole il punto principale dei loro studi, potremmo dire che hanno trovato tramite tecniche d’immagini cerebrali, che dei meditanti provenienti da diverse tradizioni, sperimentano nello stato in cui sono profondamente assorti, una inibizione della zona Orientazione-Associazione. E’ un’area posteriore e superiore nel lobo temporale. Regola la coscienza del corpo nello spazio e la capacità dell’organizzazione mentale degli oggetti esterni nello stesso spazio. Se questo centro è inibito, il soggetto percepisce lo spazio puro e la sua coscienza salta al di là del tempo.

Si dovrebbe capire che quest’area Orientazione-Associazione ci avverte di ogni possibile rischio di inciampare o urtare qualsiasi oggetto esterno. E’ dunque legato all’ansietà come tutto l’emisfero destro, ed è ciò che vedremo nella parte successiva. Perciò la sua inibizione è connessa con la pace: dove non ci sono più oggetti esterni di cui preoccuparsi, ma solo spazio puro, la nostra uscita sarà naturalmente tranquilla. Ciò si avvicina al giuoco di parole in sanscrito, caro ai saggi : Ananta (sentimento di infinitudine senza ostacolo ne limite di nessun genere) riporta, naturalmente, ad Ananda (beatitudine).

C’è una leggera differenza tra i due lati nel ruolo delle zone Orientazione-Associazione: il lato destro ha più per ruolo i movimenti ampi e il suo campo è lo spazio  lontano. Il lato sinistro, lui, opera di più nella sfera limitata di tutto quello che è afferrabile con la mano e per questo dirige e regola la differenza tra il sé e gli altri, o il sé e il mondo.

Oltre queste riflessioni e queste scoperte tramite le immagini cerebrali, d’Aquili e Newberg propongono una base per la classifica degli stati mistici, che presenta il vantaggio di essere logica e sistematica. Prendono come criterio la stimolazione e la rilassazione dei sistemi simpatici e parasimpatici. Il primo, quando viene stimolato, induce una reazione di risveglio o di eccitamento generale, mentre il secondo, invece, è legato ad un rilassamento del corpo, ad un’ economia di energia e ad uno stato di quiescenza fisica, emozionale e mentale. Tuttavia, la loro relazione è più complessa di un semplice antagonismo.

Possiamo distinguere cinque possibilità :

1)                           Pura quiescenza : in meditazione o nei rituali compiuti lentamente, come la ‘puja’, eccetera.

2)                           Puro risveglio : nei rituali ‘rapidi’ come le danse sufi o la trance degli sciamani.

3)                           Repentina  comparsa della quiescenza dopo una lunga permanenza in stato di ‘risveglio’ : per esempio, dopo dieci o venti minuti di trance, il soggetto si scoraggia, crolla e all’improvviso entra in uno stato di profonda meditazione.

4)                           Spinta del risveglio dopo un lungo momento in stato di quiescenza : rimanendo a lungo in meditazione profonda un flusso molto intenso di energia può manifestarsi. Queste due possibilità (tre e quattro) sono dovute all’effetto ‘inversione’. La fisiologia umana non è fatta per rimanere molto a lungo in stato di risveglio o di quiescenza: perciò avviene una specie di ri-equilibramento il che genera l’effetto ‘inversione’. Il punto di comando centrale di questa reazione si trova nell’ipotalamo.

5)                           Risveglio intenso e quiescenza intensa simultaneamente : è uno stato paradossale al di là delle solite coppie di opposti, i dvandvas della psicologia indiana, che corrispondono agli stati di samâdhi. Un saggio come Ramana Maharshi li definiva come la presenza di una coscienza acuta in uno stato fisico simile al sonno profondo. D’Aquili chiama questa esperienza superiore dei mistici, l’esperienza dell’Essere Unitario Assoluto. Abitualmente, nei samâdhi, il respiro diventa molto leggero o viene addirittura sospeso per lunghi lassi di tempo. Il primo effetto ne è una profonda quiescenza, però quando l’arresto del respiro si protrae oltre una certa misura, ciò causa uno stress nel sistema fisiologico, in particolare un’ipossemia (diminuzione dell’ossigeno nel sangue), e un risveglio paradossale compare in quello stato di quiescenza. Delle endorfine vengono liberate che sono all’origine della sensazione di euforia e di beatitudine. I peli del corpo si raddrizzano il che viene considerato come uno dei segni di  Mahabhava nelle scuole Vaishnava, il tratto respiratorio si apre, comprese le narici, il che è collegato con l’apertura dei nadi, i canali di energia, nello Yoga.

D’Aquili prende molto sul serio la posizione della tradizione che considera che l’Essere Unitario Assoluto non è una creazione del complesso ‘mente-cervello’, ma è la fonte di tutto, incluso il mondo materiale nel quale ci sono tanti piccoli cervelli, compresi i nostri, che funzionano alla meglio. Afferma che niente, nella scienza, permette di respingere quella nozione.

Gli autori criticano un’approccio riduzionista citando un paragone : « Quando vedete degli alberi o dei fiumi, c’è una serie di reazioni chimiche nel vostro cervello, il che non significa che alberi e fiumi siano prodotti del vostro cervello. » Si può dire lo stesso con       l’esperienza di questo Essere Unitario Assoluto

RIASSUNTO :

Coscienza : dalla Fisiologia alla Non-Dualità

Il Dott. Jacques VIGNE ha condotto una ricerca stabilendo il legame tra le endorfine e il sentimento di felicità in meditazione. Lo stato cerebrale nella coscienza profonda corrisponde più a un sincronismo tra i due emisferi, che a una predominanza dell’emisfero destro su quello sinistro. Visto dal mondo dello Yoga, con l’idea dell’equilibrio tra Ida e Pingala, destra e sinistra, è altamente significativo il fatto che il ‘Io’ sia ora considerato dai neurofisiologi come prossimo al corpus callosum, la giunzione tra l’emisfero destro e l’emisfero sinistro.

Degli studi IRM (Immagini a Risonanza Magnetica) hanno messo in evidenza uno spostamento della localizzazione dell’attività cerebrale principale durante la meditazione profonda, dalla zona in relazione con le immagini del corpo a quella in relazione con lo spazio. Questo elemento è connesso tradizionalmente all’udito. Quest’ultimo è connesso all’ emisfero sinistro e questo, a sua volta, al sentimento di pace e di gioia.

Queste numerose correlazioni non devono far dimenticare che la coscienza sta al di là del cervello, come l’ha spiegato un Premio Nobel di Medicina, Sir Eccles.